Apparso su Nòva, inserto del quotidiano Sole 24 Ore, 8 giugno 2014.
link esterno: articolo su Nòva online 8 giugno 2014
In occasione del venticinquesimo anniversario delle proteste di Piazza Tienanmen, il governo cinese ha dispiegato la sua più recente strategia di contrasto alla libera circolazione delle informazioni. Si tratta di una pragmatica tecnica di spegnimento dell'accesso alla rete nei momenti di possibili vampate protestatarie. In questo momento i servizi di Google sono inaccessibili nel tentativo di soffocare le discussioni sulla violenta repressione dei manifestanti avvenuta il 3 e 4 giugno 1989. Secondo il sito GreatFire.org, che si occupa di monitorare il livello di censura in Cina, si tratta del più grande blocco mai avvenuto nei confronti di Google, superiore a quello del 2012 che durò 12 ore. Nove cinesi su dieci non sono in grado di raggiungere Google. Inoltre il governo cinese censura internet dal 1990 bloccando i siti che contengono materiale sgradito attraverso un firewall, un filtro sulle comunicazioni elettroniche. L'innovazione dei controlli operata dalla Nsa in Usa invece passa attraverso l'intercettazione di ogni comunicazione elettronica e la sostituzione delle chiavi crittografiche Ssl dei grandi fornitori come Google e Yahoo. Altre nazioni come l'Iran e la Russia usano la tecnica SocMint, Social media intelligence, monitorano le reti sociali e usano le foto e i commenti degli utenti per schedare e perseguitare i partecipanti alle manifestazioni. L'interferenza nella vita privata e nelle comunicazioni della popolazione mostra come internet non sia solo un veicolo di democrazia, ma possa essere anche un mezzo di oppressione attraverso la tecnologia. L'attacco alle libertà civili avviene sia con la censura che attraverso l'annichilimento della privacy. L'autorità si rapporta alla rivoluzione informatica con diffidenza e paura, scegliendo la dottrina del controllo, più economica e veloce da implementare, rispetto all'educazione, che richiede tempo e risorse. La causa della libertà nel Ventunesimo secolo è inestricabilmente connessa alla resistenza alla sorveglianza elettronica. Le misure di difesa sono l'uso della crittografia e dei proxy. Per evitare la sorveglianza nelle comunicazioni si usa la cifratura a doppia chiave di GnuPG. Per aggirare la censura del firewall si usa Tor, una Vpn oppure un proxy. Il sito peacefire.org mantiene una lista aggiornata di proxy funzionanti. La rete si rapporta alla censura come nei confronti di un bug, la considera un difetto da aggirare. Ad esempio in Cina è nato un proxy per raggiungere Google che usa il servizio cloud di Amazon, il proxy funziona perché le autorità sono restie bloccarlo in quanto interromperebbero anche le normali attività commerciali verso Amazon. Ancora, visto che il Grande firewall cinese identifica il traffico secondo il protocollo e riconosce le comunicazioni provenienti dai nodi Tor, è nata una tecnica di offuscamento, inclusa nel pacchetto TorBundle del torproject.org, per mascherare il traffico generato da Tor e farlo sembrare una normale comunicazione. Internet è stata progettata per garantire le comunicazioni anche in caso di guerra nucleare, grazie alla sua natura decentralizzata è particolarmente resistente alla censura.
Nota: l'articolo online di Nova linkato sopra, inizia con una riga proveniente probabilmente da un altro articolo.