Apparso su Nòva, inserto del quotidiano Sole 24 Ore, il 21 aprile 2011.
link esterno: articolo su Nòva online del 21 aprile 2011
Non si è ancora spento l'eco del Festival internazionale di Giornalismo di Perugia e del suo hacker's corner che già si annunciano altri due appuntamenti: E-Privacy (3-4 giugno) a Palazzo vecchio e Hack IT (24-25-26 giugno) al Next Emerson, entrambi a Firenze. Aziende come Facebook, Amazon e Google sono diventate ormai delle icone e l'accesso all'autostrada dell'informazione è diventato un requisito per la partecipazione attiva alla vita sociale. In questo contesto si annuncia il cloud computing, un cambiamento sostanziale nell'utilizzo delle macchine. I dati non sono più conservati in locale sul disco fisso ma in Rete, nella nuvola. I vantaggi sono evidenti: portabilità e ridondanza. D'altra parte la cloud rappresenta una maggiore dipendenza dal fornitore di servizio, e mentre per le aziende questo è un fattore calcolabile, non si può dire altrettanto per il cittadino. Il passaggio è vicino e lo dimostra il prototipo laptop prodotto da Google. Ma lasciare sul server tutti i documenti, senza più averli sul proprio pc, è un cambiamento tanto radicale da meritare un ragionamento. La legislazione, come è normale, segue l'innovazione e non la precede. Nel modello SaaS il software è in Rete e l'utente non lo possiede e non lo controlla. Questo spostamento materiale di bit, dalla terra alla nuvola, rappresenta un diverso rapporto tra utente e servizio: nel cedere i suoi bit alla nuvola l'utente non si rafforza, anzi perde un pò del suo già esiguo potere. Rischiamo una transizione da netizen a consumatore.
Nota: Nella trasposizione digitale sul sito del Sole24, linkata sopra, compare un errore di trascrizione. La frase finale: "da netizen a consumatore" diventa "da consumatore a netizen". Il che è esattamente il contrario. Ma il senso del mio articolo penso rimanga chiaro nell'avvertire che il passaggio tra cittadini della rete a consumatori della rete si tratta di una involuzione.