Apparso in forma ridotta su il Manifesto il 22 marzo 2010.
L'Attuale presidente presidente degli Stati Uniti Barack Obama prima di essere eletto, durante una conferenza nel 2007 dalla sede di Google a Mountain View, ha affermato di voler scrivere un nuovo capitolo nella storia dell'innovazione tecnologica e che per ottenere questo scopo è necessario assicurare pieno e libero scambio delle informazioni e tutto ciò presuppone una Open Internet (internet aperta). Ha dichiarato dunque di voler dare pieno supporto alla Neutralità della rete, perché "quando un gestore d'accesso comincia a privilegiare una applicazione o un sito sugli altri le voci più piccole vengono schiacciate, e la perdita è di tutti". Ha concluso dicendo che Internet è forse la rete più aperta della storia e che bisogna mantenerla tale. Il concetto di Neutralità della Rete è tanto facilmente sostenibile nella sua forma teorica quanto fragile nella sua applicazione. I grandi fornitori d'accesso propongono internet, televisone e telefonia e chiedono con forza di poter separare il traffico dedicato ai diversi servizi. Inoltre per sua natura la rete deve distinguere tra i contenuti che veicola per poterli indirizzare, essi sono infatti molto diversi tra loro, come lo sono p2p, giochi online o email. Per Neutralità si intende il principio che obbliga i trasportatori di dati a non discriminare i contenuti che veicolano. Si suppone infatti che i Carriers, le compagnie di telecomunicazione che muovono il traffico sulla rete siano neutrali riguardo ai contenuti. Nella sua accezione telefonica si tratta di un principio facilmente condivisibile, infatti non ci si aspetta certo che il gestore decida quali numeri si possano chiamare e tantomeno che decida di offrire un servizio più o meno scadente basandosi sui contenuti di una telefonata. Per Internet il discorso è meno lineare, esiste una discriminazione motivata dalla necessità di effettuare lo smistamento dei dati. Prendo spunto dal saggio di Edward Felster: "Nuts and bolts of network neutrality" per descrivere il funzionamento dello smistamento del traffico e introdurre il concetto di Discriminazione Minima. Internet funziona secondo il principio del Best effort, il Miglior tentativo, ossia non garantisce che una e-mail arrivi a destinazione, non garantisce nulla, ma proverà a farla arrivare al meglio delle sue possibilità. Infatti constatiamo che funziona. Possiamo pensare ad internet come ad un insieme di routers, in italiano instradatori, cioè delle scatolette metalliche con dentro dell'elettronica collegati tra loro da links, cioè da lunghi cavi. I contenuti, sotto forma di piccoli blocchi di dati chiamati pacchetti, vengono trasmessi da un router all'altro fino a quando arrivano a destinazione. Quando un pacchetto di dati arriva ad un router, quest'ultimo si preoccuperà di determinare verso quale link in uscita ritrasmetterlo e se è possibile lo invierà immediatamente, ma se tutti i link in uscita sono occupati attenderà il suo turno. Questo sistema della lista d'attesa permette di gestire i temporanei eccessi di traffico, ma se i pacchetti continuano ad arrivare più in fretta di quanto possano essere gestiti, la memoria si colmerà completamente ed il router dovrà scartarne alcuni. Potrà decidere di ignorare l'ultimo pacchetto ricevuto oppure eliminare uno di quelli tenuti in memoria, ma deve per forza scartarne qualcuno. Questo sistema descrive uno dei principi che ha reso possibile Internet, quello del Miglior Sforzo. Internet farà tutti i tentativi possibili per far arrivare a destinazione un contenuto, ma non offre garanzie, spetta al software che usa l'Internet Protocol individuare i pacchetti persi e recuperarli. Un Carrier configurerà i suoi router in modo da assegnare una priorità ai pacchetti ed eliminare per primi quelli con bassa priorità, effettuando in questo modo una Discriminazione Minima, in quanto ne scarta solo se la memoria è colma ed è assolutamente necessario farlo. Esiste però anche una discriminazione che scarta i pacchetti che reputa a bassa priorità anche quando potrebbe consegnarli. Un trasportatore di dati potrebbe ad esempio limitare ad un minimo spazio, come il 10% della capacità dei suoi router, ai pacchetti a bassa priorità ed il resto agli altri, effettuando così una Discriminazione Non-Minima, ossia non giustificata dalla natura della struttura di rete né dall'evento di una congestione del traffico. Lo smistamento che abbiamo prima descritto è necessario da un punto di vista ingegneristico, i contenuti ad alta priorità passano sempre e comunque prima degli altri, dunque non c'è bisogno di una Discriminazione Non-Minima, la quale è artificialmente costruita e rende il servizio peggiore per i contenuti a bassa priorità pur non aiutando quelli ad alta priorità.
Per chiarezza possiamo ipotizzare che un gestore che fornisca sia connessione ad internet che telefonia possa trovare conveniente considerare a bassa priorità i pacchetti riguardanti il traffico VOIP di un carrier concorrente e rallentarli intenzionalmente; oppure che per effetto di un accordo con un motore di ricerca preferisca scartare i pacchetti diretti al motore di ricerca concorrente. Questi esempi ci ricordano che la Internet futura potrebbe non essere uguale per tutti ma risultare un'esperienza diversa a seconda del carrier utilzzato. In assenza di una regolamentazione che imponga la neutralità ai gestori d'accesso, internet potrebbe avere degli utenti svantaggiati, realizzando una vera e propria discriminazione di rete. Al momento la normativa italiana non ha una posizione precisa rispetto alla neutralità, impone tuttavia ai gestori di comunicare ai propri clienti le eventuali restrizioni o filtri che applica sul traffico. Ma non è detto che in futuro sarà così. La Neutralità assoluta non esiste tecnicamente ma è possibile tendere verso di essa. La distinzione tra tipologie di discriminazione è un modo per affrontare il dibattito sulla Neutralità della Rete. Un gestore dati che effettui una Discriminazione Non-Minima sui contenuti che trasporta può dunque essere considerato non-neutrale e di conseguenza essere oggetto di una regolamentazione che glielo impedisca.