Next Privacy (recensione libro)

Apparso su il Manifesto.

Il valore della privacy

Next Privacy è il libro pubblicato a cura di L. Bolognini, D. Fulco e P. Paganini dell'Istituto Italiano per la Privacy che affronta la questione del diritto alla privacy offrendo un quadro della situazione legislativa internazionale a partire dalla creazione del concetto di privacy nel 1890 in USA (il right to be alone) e fotografa la situazione attuale con ottimi spunti per interpretarne l'evoluzione. Vengono trattati temi che sono o andranno a risultare determinanti per chi si occupa dei dati personali nell'era digitale come il Cloud computing, gli User Generated Contents, il furto d'identità e la formazione di entità in grado di regolare in maniera transnazionale il flusso dei dati a livello pubblico e pubblico-privato. Interi capitoli sono dedicati alla analisi della privacy nel mondo del lavoro, nell'attività giornalistica, nella sanità, nel diritto tributario e nella giustizia. Partendo dall'assunto che la legge in vigore è obsoleta vengono individuate alcune basi di riflessione, quali: la cessione delle informazioni riguardanti la persona è una scelta personale, queste informazioni hanno un valore economico, la protezione dei dati personali non è un limite per l'economia ma ne è altresì uno strumento di sviluppo.

Resta ancora aperto il tentativo di alleggerire l'argomento in quanto il libro malgrado le migliori intenzioni rimane decisamente tecnico e quindi rivolto a un pubblico specializzato o quantomeno fortemente interessato. Offre un quadro completo e dei punti di riflessione stimolanti. Attualmente le aziende percepiscono la tutela dei dati come un problema che si esprime nei costi per la gestione/tutela delle banche dati, e sono soggette a considerare favorevolmente espedienti per aggirare il peso della legge. I cittadini d'altro canto non hanno una percezione reale del valore dei loro dati e vengono considerati dei meri consumatori dai quali estrarre i dati personali per usarli o rivenderli, azione effettuata proditoriamente o tramite policy di agreement opache, nel migliore dei casi viene loro offerto un servizio -gratuito- che corrisponde invece ad uno scambio impari tra dati offerti e servizio ricevuto (Facebook, Gmail). Le informazioni personali sono a tutti gli effetti una merce di scambio al quale si applica un valore economico che tocca all'individuo decidere come gestire. Dare un valore monetario ai dati stessi può servire ad accrescere la percezione sul diritto alla privacy ma la strada è ancora lunga, gli autori sottolineano come sia necessario un approccio multidisciplinare. Aprire la disciplina della privacy oltre i confini della giurisprudenza per considerare l'economia, il management, la sociologia e la psicologia, i nuovi media e tutto quello che si relaziona alla raccolta, gestione e qualificazione delle informazioni personali, viene proposto un approccio proattivo che permetta di rispondere al problema della libera scelta dell'individuo nel cedere o meno alcuni suoi dati.

Gli autori affermano di voler mettere fine allo storico conflitto tra le fazioni che sostengono l'una che i nostri dati personali debbano essere tutelati e inaccessibili a terzi (il modello italiano) e l'altra che sostiene che la tutela dei dati sia un freno all'innovazione. Per trovare un punto d'incontro tra diritto d'impresa e diritto alla protezione dei dati personali le aziende devono cessare di interpretare la privacy come una liability, limitazione del loro raggio d'azione, per considerarla un asset, uno strumento di competizione tra le aziende. Per superare la visione inadeguata del diritto alla privacy come tutela dei dati dovremmo parlare di Valore delle informazioni personali, la privacy è un diritto individuale ma è anche una chiave per il libero mercato e per l'innovazione.

Non ha senso chiudere i dati in cassaforte, la privacy non è un peso per chi crea prodotti e servizi ma impreziosisce il processo economico ed è uno strumento di sviluppo per nuove attività, in un mondo di intercettazioni potrebbe far piacere l'offerta di un accesso anonimo in un hotel o una navigazione in internet veramente privata. Il concetto di Privacy by Design (prodotti realizzati già in fase di progettazione con attenzione per la privacy) e di Privacy Enhancing Technologies (tecnologie che aiutano la scelta degli utenti verso la privacy ) dimostrano che la privacy è un fattore chiave nell'ideazione di nuovi prodotti o servizi e la cosa riguarda l'ingegnere quanto il sociologo; i privati nell'ideare servizi efficaci e allettanti in termini di privacy e i governi a investire più risorse per la fortificazione delle infrastrutture di protezione. Il futuro è già presente e la legislazione corre dietro agli innovatori (Cloud computing, Software-as-a-Service), il dato non è piu' nel PC ma è nell'azienda che deve porsi adeguatamente a proteggerlo. Di fronte all'obsolescenza delle leggi gli autori invocano un approccio non puramente di tipo legislativo, occorre andare verso un tipo di etica dell'informazione che consideri l'individuo come agente libero e responsabile, portatore di un pacchetto di informazioni di cui va salvaguardata l'integrità e non solo la proprietà e che sia questo approccio etico a guidarci nelle scelte future.

Next Privacy, Etas Edizioni, pp. 300, euro 23