Ci vogliono delle motivazioni forti. È quello che continua a ripetere quando qualcuno le domanda come ha fatto o le fa i complimenti per saper usare un computer. E quale motivazione più forte di mantenere i contatti col figlio che parte per l'America? Amico lettore, sia che tu abbia i baffi a manubrio o una gonna di pelle nera colle frange, prova a pensarti cuore di mamma. Una mamma sui sessanta, una classe che non ha mai avuto un computer a disposizione, e non ha sentito la necessità di usarlo se non in ufficio, a fine carriera lavorativa. Era il 1998, altri tempi, computeristicamente parlando. Le procurai un Macintosh ed era ancora un'epoca in cui i sistemi diversi non si parlavano facilmente. Il primo programma di posta che dovette usare mia mamma era in inglese, creandole non poche difficoltà. Ora è vero che INBOX e forward sono termini in cui è difficile non imbattersi e dunque adesso che usa finalmente un client in italiano si muove a suo agio anche quando butta l'occhio nelle preferenze, ma partire con una lingua ignota deve essere stata una pena. Per dare pepe aggiungiamo che il figliolo partirà tra venti giorni nel paese dove si parla quella stessa lingua. Naturale che ci si metta un pò d'impegno, e infatti stemmo vicini vicini per una quindicina di giorni, io spiegandole con grande pazienza la differenza tra il clic e il doppio clic e assistendo stupefatto ai primi movimenti col mouse da parte della persona che fino ad ora mi aveva sempre insegnato. Cosa fare quando finisce il tappetino? Quando finisce il tappetino alzi il mouse e sposti la mano. La finestra si è chiusa da sola. No, l'hai chiusa tu. Perché il computer fa questa cosa? Mamma, non serve che ti spieghi proprio tutto, considera alcune cose come magia. Rise: per magia? Come il televisore? E piano piano mia mamma imparò ad accendere il modem a 28.8 kbit/s, ad aspettare un momentino e poi avviare una connessione PPP, ascoltare i fischi del modem e finalmente scaricare la posta. Poi staccare che sennò il telefono rimane occupato e leggere con calma e rispondere, poi riaccendere per inviare la risposta. Sono passati tanti anni, sono andato in America e sono anche tornato tante volte, mia mamma mi scrive anche quando sono in Italia, pensa giustamente che per dirmi che per chiedermi come si chiama quel film sia meglio una email che una telefonata. Poi le piace la comunicazione via email, ha sviluppato un suo codice personale di emoticon con le amiche, sa gestire gli allegati e risponde sotto al quote. Qualche volta l'ho sentita dare consigli del tipo: quando fai una ricerca su internet, non bisogna fermarsi al primo risultato, prova a scorrere, ci sono anche altre pagine, non fermarti alla prima stazione.. Di recente ha una linea veloce ed ha scoperto Wikipedia e poi Google-earth e si fa dei gran viaggi culturali virtuali nelle città che le interessano, poi programma di andare in quelle che l'hanno interessata di più. Non mi ricordo cosa dissi dieci anni fa per descriverle internet, una cosa più vasta che solo spedire e ricevere la posta, ricordo non di averle mai fatto paura cercando di dissuaderla ad esplorare, una cosa che proprio non ti viene, coi tuoi genitori. Dunque le mostrai dei motori di ricerca, dei bookmarks e finì che si costruì da sola la sua mappa della rete. Continua ancora oggi ad usare l'email, non la scarica sul telefonino, ma solo sul computer di casa e non le piacciono i social network.