Spie come loro

Apparso su Nòva, inserto del quotidiano Sole 24 Ore, il 14 giugno 2007.

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Le Spie nel cinema si possono dividere in due grandi categorie: le spie buone che stanno dalla nostra parte e le spie cattive che lavorano per gli altri; ma chiunque sia l'antagonista, l'aspetto rituale di questo genere cinematografico si basa su codici ben definiti composti da bisbiglii, microfoni in ascolto e foto scattate segretamente. Molti registi si sono cimentati in questo genere per tanto tempo considerato di seconda categoria utilizzando la stessa ritualità della segretezza: da Agente speciale di Eric Rohmer ad Agguato ai Tropici di John Houston o Casablanca di Michael Curtiz che rappresenta il cinema spy degli anni 40. Tutti questi agenti segreti di celluloide si avvalgono di mezzi non particolarmente sofisticati; l'agente speciale 007, come quelli delle sue parodie e dei suoi cloni, appartiene invece a una tipologia a sé stante dove l'eroe si avvale di tecnologie futuribili ed improbabili miniaturizzazioni come la microspia impiantata nel molare o nastri che si autodistruggeranno dopo essere stati ascoltati.

Egli è infatti il deus ex machina del film e può godere, oltre che di speciali licenze, di strumenti elaboratissimi costruiti apposta per lui; molto più duro è il lavoro della spia per caso, come in Wargames di John Badham o I Tre Giorni del Condor di Sydney Pollack, la quale diventa tale per fatalità e una volta promossa professionista, volente o nolente, userà oggetti comuni che asserve al suo scopo o competenze lavorative che scoprirà utili nel frangente o approfitterà della falla del sistema; essa non ha un microfilm nel rossetto ma usa il bicchiere di cartone per ascoltare attraverso il muro, in genere deve usare molta ingegneria sociale e dispone di poca ingegneria materiale, non fa eccezione l'ibrido Nikita di Luc Besson.

Nella maggioranza delle caratterizzazioni, la principale arma dell'agente segreto è la sua capacità di infiltrarsi e raccogliere informazioni, sia egli un agente segreto professionista come ne La Spia che Venne dal Freddo di Martin Ritt, o un agente suo malgrado come il protagonista di Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock, il quale ci propone anche un raro esempio che vede entrambe le tipologie contemporaneamente presenti, la collaborazione tra l'agente segreto professionista Cary Grant e l'agente per costrizione e per amore Ingrid Bergman in Notorious. Il Nemico nel cinema occidentale è stato tedesco o giapponese durante la seconda guerra mondiale, russo o cinese in quella fredda, arabo a partire dagli anni 80 ed infine un connazionale, il nemico interno. Il fine dell'eroe, oltre che salvare la pelle, è invece rimasto quello di raccogliere informazioni e trasmetterle alla propria base, sviluppando il grande rito della segretezza dei film di spionaggio: il messaggio segreto passato di nascosto con codici cifrati.

Colla progressiva miniaturizzazione della tecnologia gli strumenti usati dalle spie anni 60 sono diventati alla portata di tutti, come fotografare discretamente una situazione fingendo di telefonare o visionare mappe satellitari dal computer di casa. È persino possibile trasmettere e ricevere informazioni segretamente usando il PGP, o meglio la sua versione software libera, il GPG. La Crittografia è una scienza antica, eppure il sistema a doppia chiave inventato da Phil Zimmermann nel 1991 ed esportato poco dopo al di fuori degli USA liberandolo dal vincolo del secreto militare e rendendolo disponibile a tutti è un sistema molto recente e avrebbe decisamente cavato le castagne dal fuoco a diversi agenti segreti del cinema. Per usare il GPG si creano due chiavi, una pubblica ed una privata. Quella pubblica verrà usata dal mittente per celare il messaggio che sarà svelato dal possessore della corrispondente chiave privata.

Per fare un esempio: Humphrey Bogart usa la chiave pubblica che Cary Grant gli ha precedentemente spedito come allegato ad una email per nascondere un messaggio che solo l'agente speciale Grant (o colui che possiede la sua chiave privata) potrà leggere. Inoltre Humphrey firma il messaggio colla sua personale chiave privata, in questo modo Cary sarà certo di leggere un messaggio veramente scritto da chi-sa-ben-lui. Dunque un eroe nostrano che volesse proteggere la privacy delle sue comunicazioni potrebbe facilmente usare la tecnologia per niente leggendaria del PGP e tutelare in questo modo l'integrità dei suoi messaggi e la propria privacy per difendersi dall'invasività dei profilatori, siano essi governi dalla scarsa propensione democratica o aziende di marketing poco scrupolose.

Questo utilizzo della cifratura forte, direbbe Joseph Turner aka il Condor, è particolarmente consigliato in luogo di sistemi vulnerabili come il DES approvato qualche anno fa dalla National Security Agency o l'A3 presente nei comuni telefonini. Il Condor sospetta che questi sistemi di cifratura siano facilmente disponibili solo perché possono essere violati in pochi minuti da chi possiede grandi mezzi tecnologici. Ma probabilmente la sua è solo paranoia.