Spie come Loro

di Daniele Salvini, per Nova del giugno 2007

Le Spie nel cinema si possono dividere in due grandi categorie: le spie buone
che stanno dalla nostra parte e le spie cattive che lavorano per gli altri; ma
chiunque sia l'antagonista, l'aspetto rituale di questo genere cinematografico
si basa su codici ben definiti composti da bisbiglii, microfoni in ascolto e
foto scattate segretamente.
Molti registi si sono cimentati in questo genere per tanto tempo considerato di
seconda categoria utilizzando la stessa ritualità della segretezza: da Agente
speciale di Eric Rohmer ad Agguato ai Tropici di John Houston o Casablanca di
Michael Curtiz che rappresenta il cinema spy degli anni 40. Tutti questi agenti
segreti di celluloide si avvalgono di mezzi non particolarmente sofisticati;
l'agente speciale 007, come quelli delle sue parodie e dei suoi cloni,
appartiene invece a una tipologia a sé stante dove l'eroe si avvale di
tecnologie futuribili ed improbabili miniaturizzazioni come la microspia
impiantata nel molare o nastri che si autodistruggeranno dopo essere stati
ascoltati. Egli è infatti il deus ex machina del film e può godere, oltre che di
speciali licenze, di strumenti elaboratissimi costruiti apposta per lui; molto
più duro è il lavoro della spia per caso, come in Wargames di John Badham o I
Tre Giorni del Condor di Sydney Pollack, la quale diventa tale per fatalità e
una volta promossa professionista, volente o nolente, userà oggetti comuni che
asserve al suo scopo o competenze lavorative che scoprirà utili nel frangente o
approfitterà della falla del sistema; essa non ha un microfilm nel rossetto ma
usa il bicchiere di cartone per ascoltare attraverso il muro, in genere deve
usare molta ingegneria sociale e dispone di poca ingegneria materiale, non fa
eccezione l'ibrido Nikita di Luc Besson.
Nella maggioranza delle caratterizzazioni, la principale arma dell'agente
segreto è la sua capacità di infiltrarsi e raccogliere informazioni, sia egli un
agente segreto professionista come ne La Spia che Venne dal Freddo di Martin
Ritt, o un agente suo malgrado come il protagonista di Intrigo Internazionale di
Alfred Hitchcock, il quale ci propone anche un raro esempio che vede entrambe le
tipologie contemporaneamente presenti, la collaborazione tra l'agente segreto
professionista Cary Grant e l'agente per costrizione e per amore Ingrid Bergman
in Notorious.  Il Nemico nel cinema occidentale è stato tedesco o giapponese
durante la seconda guerra mondiale, russo o cinese in quella fredda, arabo a
partire dagli anni 80 ed infine un connazionale, il nemico interno. Il fine
dell'eroe, oltre che salvare la pelle, è invece rimasto quello di raccogliere
informazioni e trasmetterle alla propria base, sviluppando il grande rito della
segretezza dei film di spionaggio: il messaggio segreto passato di nascosto con
codici cifrati.
Colla progressiva miniaturizzazione della tecnologia gli strumenti usati dalle
spie anni 60 sono diventati alla portata di tutti, come fotografare
discretamente una situazione fingendo di telefonare o visionare mappe
satellitari dal computer di casa.
E' persino possibile trasmettere e ricevere informazioni segretamente usando il
PGP, o meglio la sua versione software libera, il GPG. La Crittografia è una
scienza antica, eppure il sistema a doppia chiave inventato da Phil Zimmermann
nel 1991 ed esportato poco dopo al di fuori degli USA liberandolo dal vincolo
del secreto militare e rendendolo disponibile a tutti è un sistema molto recente
e avrebbe decisamente cavato le castagne dal fuoco a diversi agenti segreti del
cinema.
Per usare il GPG <www.gnupg.org> si creano due chiavi, una pubblica ed una
privata. Quella pubblica verrà usata dal mittente per celare il messaggio che
sarà svelato dal possessore della corrispondente chiave privata. Per fare un
esempio: Humphrey Bogart usa la chiave pubblica che Cary Grant gli ha
precedentemente spedito come allegato ad una email per nascondere un messaggio
che solo l'agente speciale Grant (o colui che possiede la sua chiave privata)
potrà leggere. Inoltre Humphrey firma il messaggio colla sua personale chiave
privata, in questo modo Cary sarà certo di leggere un messaggio veramente
scritto da chi-sa-ben-lui.
Dunque un eroe nostrano che volesse proteggere la privacy delle sue
comunicazioni potrebbe facilmente usare la tecnologia per niente leggendaria del
PGP e tutelare in questo modo l'integrità dei suoi messaggi e la propria privacy
per difendersi dall'invasività dei profilatori, siano essi governi dalla scarsa
propensione democratica o aziende di marketing poco scrupolose. Questo utilizzo
della cifratura forte, direbbe Joseph Turner aka il Condor, è particolarmente
consigliato in luogo di sistemi vulnerabili come il DES approvato qualche anno
fa dalla National Security Agency o l'A3 presente nei comuni telefonini.  Il
Condor sospetta che questi sistemi di cifratura siano facilmente disponibili
solo perché possono essere violati in pochi minuti da chi possiede grandi mezzi
tecnologici.  Ma probabilmente la sua è solo paranoia.

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