open wifi nelle biblioteche

di Daniele Salvini, per Nova 1 aprile 2010



WI-FI APERTO A MILANO E NEW YORK

Le reti wireless aperte o pubbliche rappresentano una comodità per chi viaggia,
un miglioramento per il commercio elettronico e possono accorciare la distanza
tra il cittadino e le istituzioni. In ogni caso l'Italia non permette l'uso di
reti wireless aperte come misura antiterrorismo come da Legge Pisanu 155/2005.
Eppure negli Stati Uniti e in particolare nella città colpita dall'attentato
terroristico dell'11 settembre 2001, il paese che ha dettato il passo per le
misure antiterrorismo, le reti senza fili sono ovunque. Ci sono punti d'accesso
pubblici nei bar-caffé a cura dei gestori del bar, nei parchi a cura della
municipalità, e ovviamente nelle biblioteche pubbliche.  Sono entrato in una
Public Library di New York, la biblioteca Aguilar nel quartiere ispanico di
Harlem chiamato El Barrio, ci sono un paio di postazioni internet accessibili al
pubblico, ma sopratutto esiste una rete wi-fi aperta dal nome NYPL il cui
accesso è libero e gratuito per chiunque abbia un laptop e si trovi nell'area.
Non viene richiesta una identificazione, vi sono anzi cartelli appesi alle
pareti che spiegano come fare a collegarsi. Sono stato nella biblioteca comunale
del quartiere Chiesa Rossa, nella Milano Sud, la quale offre una decina di
postazioni internet.  Per utilizzarle bisogna essere utenti della biblioteca ed
avere la tessera, ma anche lasciare una la fotocopia del documento
d'identità. Non c'è wifi. Come da legge, la biblioteca non può avere una rete
aperta e lasciare che ognuno usi il suo notebook ma deve obbligare gli utenti a
fare la fila per usare uno dei PC. Presso la Biblioteca principale di Milano, la
Sormani, un opuscolo nella sala chiamata Punto Web informa che la biblioteca è
tenuta a fotocopiare o scansionare un documento d'identità al primo utilizzo
nonché a controllare gli accessi alle singole postazioni e i software utilizzati
dagli utenti. Infine la biblioteca dispone di un server proxy che provvede a
registrare anche le informazioni relative alle pagine web visitate che sono a
disposizione degli organi di polizia dietro richiesta dell'autorità
giudiziaria. Non è consentito usare la chat.  L'opuscolo è intitolato: Misure
urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale.  La differenza è tutta
nel benvenuto: da una parte si accomodi le spiego come fare a collegarsi,
dall'altra se proprio lo devi fare fallo, ma senza il tuo laptop, e sappi che ti
spiamo.  A quanto pare per la sicurezza americana il fatto di accedere
-anonimamente- ad internet non rappresenta un rischio alla sicurezza nazionale,
né presso le biblioteche pubbliche e neanche nei caffé o nei parchi. Milano la
pensa diversamente, ma attribuisce la colpa a New York. Dice un bibliotecario:
se poi un terrorista viene qua probabilmente avrà un documento contraffatto e
noi mica siamo in grado di riconoscere un documento falso.  Delle due l'una: o
a NY non si rendono conto del rischio che corrono oppure la legge che limita
l'accesso è inutile e come ogni cosa inutile rappresenta un peso economico,
limitativo e burocratico. Forse il discorso riguarda la fiducia che il governo
ripone nei propri cittadini. A Milano, importante snodo commerciale europeo, non
si comunica liberamente attraverso la rete, i cittadini sono trattati come
bambini ai quali si proibisce e non si insegna. A New York, la città simbolo
della paranoia della in-sicurezza di inizio millennio, il collegamento wifi è
aperto a tutti.

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