libertà di parola

di Daniele Salvini, 2005

libertà di parola (hate speech e contenuti dannosi)

Il concetto di libertà di parola è qualcosa di molto nuovo e dunque per niente
scontato, è un diritto che viene riconosciuto ad un livello quasi soddisfacente
solamente nei paesi occidentali, tra i quali sopratutto negli Stati Uniti dove
viene protetto da un emendamento alla costituzione del 1791, emendamento che
riproduco visto che viene spesso tirato in ballo, recita così:
Congress shall make no law respecting an stablishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the people peaceably to assemble, and to petition the government for a redress of grievances. Il Congresso (governo) non farà alcuna legge riguardante l'espressione di una religione o per proibirne il libero esercizio, sull'abolire la libertà di parola o di stampa, il diritto della gente di adunarsi pacificamente e di fare petizioni al governo per chiedere migliorie.
E' importante notare come malgrado questo pezzo di carta sia stato scritto tempo fa, la libertà di parola non sia mai stata affermata fino agli anni 60 di questo secolo, e anche allora solo in parte. Difatti i generici principi che vengono messi su di un pezzo di carta sono, per dirlo con le parole di Madison solo una barriera di carta che se non viene supportata e difesa dalla gente disposta a lottare per essi, verranno costantemente cancellati dall'autorità. Persino allora era chiaro come nulla fosse acquisito e si potesse dare per scontato. Per dirla con le parole dei Clash: Conosci i tuoi diritti: hai la libertà di parola, a patto che tu non sia così stupido da provare a usarla. Secoli di lotte popolari sono riuscite ad espandere le libertà in questo campo: le lotte del movimento dei lavoratori, del movimento dei diritti civili, del femminismo. Questi movimenti popolari hanno espanso in modo significativo i confini della libertà di parola, prima, negli anni venti, non esisteva neanche un diritto teorico alla libertà di parola (eccezion fatta per l'emendamento in questione che come abbiamo detto, non vale nulla se l'autorità non è disposta a supportarlo. Un esempio di spinta contro la libertà d'espressione è verificabile nella continua attenzione alla pedopornofilia, che si realizza sopratutto in internet, mentre si tratta si un problema sociale. L'esistenza di contenuti proibiti per definizione, quando strumentalizzati e continuamente ricordati impedisce alla libertà di parola e di espressione di affermarsi come valore socialmente condiviso e la lotta alla pedopornografia è decisamente funzionale a ciò. Sul concetto di "supportare" da parte dell'autorità vale la pena spendere due parole e introdurre il concetto di libertà negativa. Si intende per libertà la possibilità di fare liberamente, ma la libertà non è solo un concetto astratto e filosofico, altrimenti sarei "libero di fare un viaggio intorno il mondo" se nessuno mi sta trattenendo al momento ma in realtà è una libertà che possiedo solo virtualmente, per esercitarla avrei bisogno di soldi per comperare biglietti aerei o treni, di frontiere aperte, di tempo libero dal lavoro. In realtà io non sono libero di viaggiare per il mondo, in quanto non ci sono condizioni favorevoli per farlo. Nessuno me lo impedisce fisicamente, ma non mi sono offerte le condizioni per farlo. Io sono libero di andare a giocare a basket, ma se nella città dove vivo non ci sono campetti da basket pubblici o se sono lontani chilometri dalla mia abitazione, ma mia è una libertà di cui non posso approfittare. ecco il concetto di libertà positiva: sono libero di giocare a basket perché ci sono campetti ovunque di facile accesso e di libertà negativa: sono libero di giocare a basket perché nessuno me lo impedisce fisicamente, ma il campetto più vicino è a 23 chilometri. Il concetto di libertà negativa spiega come mai alcune conversazioni teoriche di oppositori dei diritti civili riescano a volte ad avere un senso e a risultare convincenti, usano lo stratagemma di confondere le due libertà. Un governo è responsabile del grado di libertà dei suoi cittadini secondo i mezzi che mette loro a disposizione per approfittarne. Ecco perché l'emendamento del 1791 sulla libertà d'espressione non ha avuto effetto se non quando delle lotte popolari hanno preteso che fosse rispettato. Il fatto che fosse scritto su carta non era abbastanza. Le lotte dei movimenti operai all'inizio degli anni 50 avevano ottenuto (grazie alle loro lotte) il diritto al picchettaggio e all'organizzazione sindacale, ma il diritto alla libertà di parola cominciò ad essere rivendicato davanti ai tribunali anche dai movimenti popolari solo alla fine degli anni 50 quando i tribunali cominciarono a prendere decisioni in merito trovandosi a trattare tantissimi casi analoghi. Nel 1964 solamente fu eliminato il "sediction act" del 1798 (che proibiva le critiche orali o scritte nei confronti del governo). Dunque, la libertà di parola è storia molto recente. Arrivo all'hate speech (parole di incitamento all'odio) come potrebbero essere delle parole di incitamento all'odio razziale, ma anche di incitamento allo sciopero selvaggio, dovessero accadere disordini. Viene dibattuto in questo momento in Europa se creare o meno una regolamentazione per i contenuti dannosi in rete o se difenderli a oltranza con leggi simili a quella della libertà d'espressione. Questa lunga premessa serviva a ricordare come qualsiasi diritto, e specificatamente quello sulla libertà di parola, non basta che sia messo nero su bianco, deve essere supportato dalla volontà generale della popolazione e in caso di bisogno difeso con le lotte. (continua)

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