Informazione e Conflitto

di Daniele Salvini, 2005

In un ambiente dove l'informazione è la merce di scambio
il conflitto sarà sul suo controllo.
In quanto contemporanei possiamo solo limitatamente riconoscere le
caratteristiche e le implicazioni in divenire del radicale cambiamento nelle
comunicazioni che chiamo qui grossolanamente "la rivoluzione digitale". Mi
riferisco alla moderna possibilità di scambio di saperi come la parola scritta,
audio e video, e più precisamente alla riproducibilità delle informazioni che li
compongono la quale è garantita ben aldilà di quella tradizionale. Con la stampa
si è potuto riprodurre e far circolare una conoscenza in maniera più estesa che
ricopiandola a mano ed è nato il concetto di stampa.  Oggi la riproducibilità
coinvolge l'oggetto stesso: l'informazione, il bit, il libro, il voto, il soldo
elettronico riprodotto è identico, irriconoscibile dall'originale e
riproducibile con pochi mezzi.
la seconda premessa riguarda l'ovvia considerazione di come il nostro mondo sia
globale. La dilatazione a livello globale della comunicazione, dei mercati,
servizi, capitali e risorse umane.
I grandi cambiamenti tecnici che hanno permesso la riproducibilità delle
conoscenze hanno creato nuove forme di proprietà.  La proprietà delle
conoscenze, delle tecniche, dei saperi.  La grande democrazia occidentale
industrializzata basa gran parte della sua ricchezza non più sulle risorse
naturali o sul prodotto dell'industria ma sulla proprietà delle conoscenze.
Ricava profitto e implementa questa proprietà tramite il sistema dei brevetti,
del diritto d'autore, del copyright, della proprietà intellettuale.
Nel 1983 diventa determinante l'apparire del sistema operativo GNU
<http://it.wikipedia.org/wiki/GNU> e della licenza che lo accompagna, la GPL:
<http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_General_Public_License>che propone la
soluzione di licenziare in un modo particolare, chiamato libero il prodotto
dell'ingegno (in questo caso del software, ma potrebbe essere un manuale tecnico
come una enciclopedia) in modo che il suo percorso non possa essere vincolato
alla proprietà di qualcuno.  La GPL Utilizzerà un rovesciamento del concetto di
copyright, chiamato copyleft <http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft> userà in
pratica, gli stessi metodi legali (il copyright, appunto) usati nella
proprietarizzazione delle informazioni per invece liberarle.  Questa pratica
verrà applicata anche ai manuali tecnici e saggi tramite la licenza GFDL
<http://it.wikipedia.org/wiki/GNU_Free_Documentation_License> ad una
enciclopedia multilingua, la Wikipedia <http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia>
ed il suo effetto dirompente tenterà in seguito di coprire l'ambito di
conoscenze non riconducibile alla parola scritta come audio, foto e video
nell'esempio delle licenze Creative Commons degli anni 90
<http://it.wikipedia.org/wiki/Creative_commons> L'obiettivo è di conservare
delle conoscenze e di renderle prapagabili al genere umano senza intromissioni
secondo la pratica delle hacker per cui l'informazione vuole essere libera.
Data per assodata la peculiarità immateriale di parte della produzione
lavorativa, siamo ad interrogarci come utilizzare il sistema di condivisione
delle informazioni oramai efficace per il software della GNU all'interno
dell'attuale sistema sociale. Lo scopo è possedere delle conoscenze
condivisibili ed utilizzarle per il miglioramento delle condizioni sociali, una
volta appurato che il mantenimento privato delle stesse è a vantaggio di pochi
mentre la sua liberalizzazione è a vantaggio dei molti.  Il recente caso dei
brevetti in europa ha chiarito come chi si trovi nella posizione dominante
intenda soffocare questo processo di liberazione delle informazioni coprendo
tramite brevetti una gamma sempre più vasta dello scibile e addirittura tentando
di brevettare idee non ancora realizzate in modo da blindare la sua posizione
dominante.  in questo modo si crea una situazione di servile ed assoluta
dipendenza da parte di ricercatori, lavoratori dell'immateriale, scienziati,
inventori, scrittori, artisti, artigiani, medici, paesi, continenti ed eccetera
nei confronti di chi detiene brevetti su ciò che essi DEVONO utlizzare per
compiere il loro lavoro.  Le forme di resistenza interstiziali o ribelli come
l'accettare i compromessi delle licenze libere solo in parte o liberare le
conoscenze "piratandole", dove non siano un primo passo verso la comprensione,
in quel caso sono benvenute per il tempo necessario a raggiungere il secondo
passo, si rivelano efficaci solo in un arco di tempo limitato in quanto lasciano
intatta la possibilità del legislatore di far mantenere il controllo principale
del prodotto conoscenza al "proprietario" in più dandogli la possibilità di
perseguire in forma penale e socialmente accettata, grazie alla prona
accettazione da parte dei media proprio coloro che dovrebbero essere ringraziati
e salutati come dei benefattori.  Addirittura in alcuni casi queste forme
possono rivelarsi controproducenti, laddove ad esempio entrino in
contraddittorio verso una critica al sistema di distribuzione dei saperi di cui
in quel caso rappresentano solo l'esigenza di soddisfare un bisogno contingente.
E' il caso della liberazione di una conoscenza per un numero limitato di persone
e inoltre assoggettandole ai rischi inerenti al suo recupero ai margini della
legalità.  Resterà infatti da vedere se la forma di compromesso più celebre ad
oggi, ossia la nascita del movimento Open Source avrà rappresentato un efficace
metodo di inserimento sistemico oppure un rallentamento quando non addirittura
una vanificazione dell'effetto virale tipico del software libero.  Il metodo di
ripartire da zero nel ricercare e ricreare una conoscenza, metodo in ogni caso
non sempre proponibile come nel caso medico e sempre estremamente oneroso,
creando un nuovo sistema operativo e licenziandolo opportunamente per difenderlo
dall'appropriazione ha dimostrato come se da una parte sia funzionale, esso
dipende proprio dallo stesso stato di legge al quale si oppone, che è in grado,
mediante opportune variazioni legislative, ad esempio permettendo di brevettare
le idee e di applicarle globalmente o di dichiare illegale alcune forme di
ridistribuzione della conoscenza come il reverse engineering, di vanificarne gli
sforzi.  <http://it.wikipedia.org/wiki/Reverse_engineering>
L'Implementazione Della proprietarietà delle informazioni sta configurandosi
come la forma di colonialismo del nuovo millennio, essendo praticabile dai paesi
industrializzati come forma di controllo e sfruttamento. Il contrasto tra il
legislatore e il bisogno si tradurrà in conflitto, man mano che i molti si
renderanno conto di dove e in che modo vengono espropriati di quello che
rappresenta la merce di scambio della società globale moderna: le informazioni.

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