Neutralità e Discriminazione Non-Minima nella Rete

di Daniele Salvini, per la trasmissione radiofonica VCM del marzo 2007

Il dibattito sulla neutralità di internet sembra essere limitato a coloro che
conoscono i meccanismi della discriminazione del traffico di rete.  Il Lavoro
del Professor Edward Felster in "Nuts and bolts of network neutrality" [1]
descrive come funziona lo smistamento del traffico e introduce il concetto di
Discriminazione Minima e Non-Minima.

Per Neutralità di rete si intende il principio che obbliga i trasportatori di
dati a non discriminare i contenuti che veicolano. Si suppone infatti che i
Carriers, le compagnie di telecomunicazione che muovono il traffico sulla rete
siano neutrali riguardo ai contenuti.

Nella sua accezione telefonica si tratta di un principio facilmente
condivisibile, infatti non ci si aspetta certo che il gestore decida quali
numeri si possano chiamare e tantomeno che decida di offrire un servizio più o
meno scadente basandosi sui contenuti di una telefonata. Per Internet il
discorso è meno lineare, esiste una discriminazione motivata dalla necessità di
effettuare lo smistamento dei dati. Internet funziona secondo il principio del
"miglior sforzo possibile" ossia non garantisce che nessuna e-mail arrivi a
destinazione, non garantisce nulla. Malgrado questo constatiamo che funziona.

Possiamo pensare ad internet come ad un insieme di routers, in italiano
instradatori, cioè delle scatolette metalliche con dentro dell'elettronica
collegati tra loro da links, cioè da lunghi cavi. I contenuti, sotto forma di
pacchetti, vengono passati da un router all'altro fino a quando non arrivano a
destinazione. Quando un pacchetto di dati arriva ad un router, quest'ultimo si
preoccuperà di determinare verso quale link in uscita indirizzarlo e se è libero
lo invierà immediatamente, ma se tutti i link in uscita sono occupati lo metterà
in attesa in memoria ad aspettare il suo turno. Questo sistema della lista
d'attesa permette di gestire i temporanei eccessi di traffico, ma se i pacchetti
continuano ad arrivare più in fretta di quanto possano essere gestiti, la
memoria che li ospita potrebbe colmarsi completamente e a questo punto il router
non può far altro che scartarne alcuni. Potrà decidere di ignorare l'ultimo
pacchetto arrivato oppure eliminare uno di quelli tenuti in memoria per far
posto al nuovo, ma deve per forza scartarne qualcuno.

Questo sistema descrive uno dei principi che ha reso possibile Internet, quello
del "miglior sforzo". Internet farà tutti i tentativi possibili per far arrivare
a destinazione un contenuto, ma non offre garanzie, spetta al software che usa
l'Internet Protocol individuare i pacchetti persi e recuperarli. Un Carrier
configurerà i suoi router in modo da assegnare una priorità ai pacchetti ed
eliminare per primi quelli con bassa priorità, effettuando in questo modo una
Discriminazione Minima, in quanto ne scarta solo se la memorie è colma ed è
assolutamente necessario farlo. Infatti se la rete non è intasata i pacchetti a
bassa priorità passano tranquillamente, ma esiste un'altro tipo di
discriminazione che scarta i pacchetti che reputa a bassa priorità anche se
potrebbe consegnarli. Un trasportatore di dati potrebbe ad esempio limitare ad
un minimo spazio come il 10% della capacità dei suoi router ai pacchetti a bassa
priorità e dedicare il resto agli altri effettuando così una Discriminazione
Non-Minima, ossia non giustificata dalla natura della struttura di rete. Lo
smistamento che abbiamo prima descritto è necessario da un punto di vista
ingegneristico, i contenuti ad alta priorità passano sempre e comunque prima
degli altri, dunque non c'è bisogno di una Discriminazione Non-Minima, la quale
è artificialmente costruita e rende il servizio peggiore per i contenuti a bassa
priorità pur non aiutando quelli ad alta priorità.

Per chiarezza possiamo ipotizzare che un gestore che fornisca sia connessione ad
internet che telefonia possa trovare conveniente considerare a bassa priorità i
pacchetti riguardanti il traffico VOIP e rallentarli intenzionalmente; oppure
che per effetto di un accordo con un motore di ricerca preferisca rallentare i
pacchetti diretti al motore di ricerca concorrente.

Questi esempi ci ricordano che la Internet 2.0 potrebbe non essere uguale per
tutti ma risultare un'esperienza diversa a seconda del carrier utilzzato. In
assenza di una regolamentazione che imponga la neutralità ai gestori d'accesso,
internet potrebbe avere degli utenti svantaggiati, realizzando una vera e
propria discriminazione di rete.

La distinzione tra Discriminazione Minima e Non-Minima è un modo per affrontare
il dibattito sulla Neutralità della Rete. Un gestore dati che effettui una
Discriminazione Non-Minima sui contenuti che trasporta può dunque essere
considerato non-neutrale e di conseguenza essere oggetto di una regolamentazione
che glielo impedisca.

[1] http://itpolicy.princeton.edu/pub/neutrality.pdf

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